Federico Repetto - 14-03-2006
SÌ A UNA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SULLE OPERE PUBBLICHE
La diffusione in tutto il paese di movimenti no-qualcosa (no-tav, no-mose, no-ponte, ecc.) è solo l'ultimo sintomo - però molto grave - della crisi della democrazia parlamentare in Italia. Non è consolante sapere che questa crisi coinvolge gran parte del mondo occidentale. La politica tradizionale dei partiti, nonostante la corruzione, l'inefficienza e l'ipocrisia, in qualche misura è riuscita a rappresentare per una lunga fase storica la volontà degli elettori. Oggi cresce la sensazione (o la consapevolezza...) di non essere rappresentati, e con essa l'astensione.
La collusione tra il personale politico nel suo insieme e il mondo dei manager, dei consulenti, dei professionisti, ecc. è giunta ad un livello insopportabile per i lavoratori ed i cittadini più deboli. La corsa bipartisan all'elettorato di centro nasconde un atteggiamento che considera normale e magari utile l'esclusione dall'area elettorale di quelle fasce di elettori che sono portatori di richieste contrarie agli interessi del personale politico e dei privilegi dei grandi gruppi imprenditoriali.
Questo è chiaro nelle parole di Lunardi quando dice che la Val Susa - dove ci sono già stati molti voti Notav alle provinciali, più gli astenuti - è solo un problema di ordine pubblico. Ma ce ne sono molti indizi anche nel centro sinistra: lo smaccato centrismo di Rutelli e D'Alema, la corsa a recuperare l'Udeur e i socialisti-radicali e la fretta con cui lo stesso Prodi dopo le elezioni regionali revocò le primarie nazionali. E le primarie in Puglia e in Sicilia sono avvenute nonostante i partiti e non grazie ad essi. Ciliegia sulla torta: "Il tav si farà perché lo decido io"...
La diffusione in tutto il paese di movimenti no-qualcosa (no-tav, no-mose, no-ponte, ecc.) è solo l'ultimo sintomo - però molto grave - della crisi della democrazia parlamentare in Italia. Non è consolante sapere che questa crisi coinvolge gran parte del mondo occidentale. La politica tradizionale dei partiti, nonostante la corruzione, l'inefficienza e l'ipocrisia, in qualche misura è riuscita a rappresentare per una lunga fase storica la volontà degli elettori. Oggi cresce la sensazione (o la consapevolezza...) di non essere rappresentati, e con essa l'astensione.
La collusione tra il personale politico nel suo insieme e il mondo dei manager, dei consulenti, dei professionisti, ecc. è giunta ad un livello insopportabile per i lavoratori ed i cittadini più deboli. La corsa bipartisan all'elettorato di centro nasconde un atteggiamento che considera normale e magari utile l'esclusione dall'area elettorale di quelle fasce di elettori che sono portatori di richieste contrarie agli interessi del personale politico e dei privilegi dei grandi gruppi imprenditoriali.
Questo è chiaro nelle parole di Lunardi quando dice che la Val Susa - dove ci sono già stati molti voti Notav alle provinciali, più gli astenuti - è solo un problema di ordine pubblico. Ma ce ne sono molti indizi anche nel centro sinistra: lo smaccato centrismo di Rutelli e D'Alema, la corsa a recuperare l'Udeur e i socialisti-radicali e la fretta con cui lo stesso Prodi dopo le elezioni regionali revocò le primarie nazionali. E le primarie in Puglia e in Sicilia sono avvenute nonostante i partiti e non grazie ad essi. Ciliegia sulla torta: "Il tav si farà perché lo decido io"...